WIKIPEDIA e HORTI LEONINI
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Gli Horti Leonini sono un giardino pubblico situato negli antichi baluardi di San Quirico d’Orcia (provincia di Siena). Gli Horti hanno mantenuto fino ad oggi la struttura originaria, costituendo un esempio ben conservato di classico giardino all’italiana del XVI secolo e un modello di sistemazione a parco ripreso nei secoli successivi.Sorti intorno al 1581 su un terreno che Francesco I de’ Medici aveva donato a Diomede Leoni, prendono il nome dal loro proprietario.
Il Diomede Leoni realizzò un giardino senza villa e dunque non come luogo di delizie riservato a pochi, come si usava fare in età rinascimentale, ma piuttosto, come dichiara in una sua celebre lettera al granduca Ferdinando de’ Medici, come giardini “che tornano a qualche comodità ancora delli viandanti…”. Dunque, un caso singolarissimo di giardini realizzati, a ridosso dell’antica pieve di Santa Maria Assunta, già nota come Santa Maria ad hortos, e con lo Spedale della Scala vicino, per l’ospitalità dei pellegrini.
San Quirico era infatti, fin dal 990, come attestato dal diario di viaggio dell’arcivescovo di Canterbury Sigerico, una “statio” importantissima della Francigena, perché di lì a poco la strada entrava nel dominio papale dello Stato della Chiesa.
Horti Leonini
Gli Orti Leonini, che sono dal 1975 di proprietà del Comune di San Quirico d’Orcia, vengono regolarmente aperti al pubblico ogni giorno. L’impianto si è mantenuto inalterato fino ad oggi attraverso una serie d’interventi conservativi operati dal Comune, sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici per le province di Siena e Grosseto.
La conformazione del terreno ha influenzato la distribuzione del giardino che si divide in due zone, quella inferiore più artificiale, e quella superiore più naturale. La zona inferiore, alla quale si accede tramite un piccolo cortile a mattoni, è recintata da muri e da lecci potati. Questa zona, composta da aiuole triangolari bordate da una doppia siepe di bosso, reca al centro la statua di Cosimo III de’ Medici, scolpita da Bartolomeo Mazzuoli (1688), proveniente da palazzo Chigi Zondadari.
La composizione a raggiera è movimentata ulteriormente dalla diversa altezza con la quale sono potate le fasce di bosso che delimitano ciascuna aiuola. Il lungo viale, che taglia simmetricamente il giardino formale, conduce ad una scala che lo collega ad un piazzale erboso.
Il disegno fortemente scenografico del parterre degli Horti Leonini è stato dagli studiosi interpretato come una croce di Malta. La croce ottagona è basata sulle croci usate sin dalla prima crociata.
Pianta Horti Leonini arch. Patricia McCobb
Secondo S. Matteo le sue otto punte possono simboleggiare le beatitudini:
- Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli
- Beati i miti, perché possederanno la Terra
- Beati gli afflitti, perché saranno consolati
- Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati
- Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia
- Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
- Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio
- Beati i perseguitati per amore della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli
oppure alcune importanti virtù cristiane:
- Lealtà
- Pietà
- Franchezza
- Coraggio
- Gloria ed onore
- Disprezzo per la morte
- Solidarietà verso i poveri ed i malati
- Rispetto per la Chiesa
Dunque, il giardino rinascimentale del Leoni può essere considerato come un luogo che ha una sua sacralità trasmessa dal simbolismo del verde geometrico e che al tempo stesso ha assolto e assolve un compito misericordioso di accoglienza e di ristoro per i pellegrini stanchi del loro viaggio.
Forse è anche questa la ragione per cui per molti anni, fino a poco tempo fa, lì si è svolta la più importante e la più antica festa religiosa del paese, quella dedicata alla Madonna di Vitaleta, della quale il popolo sanquirichese è tradizionalmente molto devoto.
Chiesa della Madonna di Vitaleta San Quirico d’Orcia
Il piazzale, dove sorgeva una torre medievale andata distrutta durante l’ultima guerra mondiale, è posto al centro di un bosco di lecci secolari attraversato da sentieri tortuosi. Il viale di confine con l’abitato, che fiancheggia il giardino inferiore e la parte bassa del bosco, porta ad un altro ingresso cinquecentesco e ad una piccola e preziosa area, denominata comunemente Giardino delle Rose, situata nell’angolo est delle mura e costituita appunto da ricchi cespugli di rose.
Giardino delle Rose, Horti Leonini
Tra le sculture presenti nel parco, caratterizzate da una connotazione simbolica, si notano due teste leonine poste sui portali d’ingresso, e la testa di Giano bifronte collocata al confine tra il selvatico e il giardino formale. Le prime alludono sia al nome che alla potenza del proprietario, mentre la testa di Giano sottolinea la diversità dei due luoghi di cui segna il limite.
Giano bifronte, Horti Leonini
Alcune iscrizioni collocate nel parco sono di gusto classico e celebrano le bellezze dell’otium e della vita in campagna. Tra gli annessi presenti si evidenziano una piccola abitazione addossata alle mura ed un caseggiato rustico posto nella parte alta.
La parte alta è invece detta del bosco inglese ed è connotata da folti lecci e dai resti della torre del cassero distrutta durante la seconda guerra mondiale. La vita di Diomede Leoni è abbastanza misteriosa, sappiamo che nacque all’incirca fra il 1510 e il 1520 e che morì nel 1590. Fu molto amico di Michelangelo e del grande artista possedeva il famoso “Bruto” che ornava gli Horti Leonini insieme a diverse altre sculture poi passate a collezioni medicee.
- Introduzione ai giardini del senese, a cura dell’Archivio Italiano dell’Arte dei Giardini, San Quirico d’Orcia, 1976.
- I giardini del Chianti, a cura di Giuseppina Carla Romby e Renato Stopani, Firenze, 1989.
- Il giardino rivelato, segni e labirinti nei giardini senesi, fotografie di Ilio Scali e Mauro Tozzi, ed. Il Leccio, Siena, 1995. Prefazione L’Archetipo della Natura di Ugo Sani, presidente dell’Archivio Italiano dell’Arte dei Giardini.
- I giardini di Toscana, a cura della Regione Toscana, Edifir, Firenze 2001.
- Patricia McCobb, Un giardino rinascimentale a San Quirico d’Orcia. La storia di Diomede Leoni e dei suoi Horti Leonini, Editrice DonChisciotte, San Quirico d’Orcia, 2010.
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The Horti Leonini is a public garden located in the historical centre of the Municipality of San Quirico d’Orcia (the province of Siena). The Horti has maintained its original structure to this day, a well-preserved example of the classic Italian gardens of the 16th century and a model of the park arrangements taken up in the following centuries. It was built around 1581 on land that Francesco I de’ Medici had donated to Diomede Leoni, and has been named after its owner.
Diomede Leoni created a garden without a villa, it is therefore not as a place of delights reserved for few, as was the custom in the Renaissance, but rather, as he states in a famous letter to the Grand Duke Ferdinando de’ Medici, is a park “that return some comforts to the wayfarers …”. So, a very unusual case of a park was built, close to the ancient church of Santa Maria Assunta, known as Santa Maria ad hortos, and with the nearby Spedale della Scala, a hospital for the pilgrims.
San Quirico was in fact, since 990, as attested by the travel diary of the Archbishop of Canterbury Sigerico, a very important “statio” of the Francigena soon after the road entered the Papal Dominion of the Church.
The Horti Leonini has been owned by the munihpcipality of San Quirico d’Orcia since
The formation of the ground has influenced the distribution of the gardens, it is divided into two areas, the lower one which is more artificial, and the upper which is one more natural. The lower area, accessible through a small brick courtyard, is enclosed by walls and pruned oaks. Composed of triangular flowerbeds bordered by a double boxwood hedge, it has the statue of Cosimo III de’ Medici at its centre, sculpted by Bartolomeo Mazzuoli (1688) moved to the location at the 1950s from Palazzo Chigi Zondadari.
The radial composition is further livened by the different heights from which the boxwood bands that limit each flowerbed are pruned. The long avenue, symmetrically cutting through the formal garden leads to a staircase that connects it to a grassy piazza.
The highly scenographic design of the parterre of Horti Leonini was interpreted by scholars as a Maltese cross. The octagonal cross is based on the crosses used during the first crusade.
According to St. Matthew, the eight points can symbolise the beatitudes:
- Blessed are the poor in spirit, for theirs is the Kingdom of heaven
- Blessed are the myths, for they shall possess the Earth
- Blessed are the afflicted, for they shall be comforted
- Blessed are those who hunger and thirst for justice, for they shall be satisfied
- Blessed are the merciful, for they shall find mercy
- Blessed are
the pure at heart, for they shall see God - Blessed are the peacemakers, for they will be called children of God
- Blessed are those who are persecuted for the sake of justice, for theirs is the kingdom of heaven
or important Christian virtues:
- Loyalty
- Mercy
- Honesty
- Courage
- Glory and honour
- Contempt for death
- Solidarity to the poor and the sick
- Respect for the Church
Therefore, the Renaissance garden of Leonini can be considered as a place that has its own sacredness transmitted by the symbolism of geometric greeneries that at the same time has fulfilled and fulfils a merciful task of reception and refreshment for pilgrims whom are tired from their journey.
Perhaps this is also the reason why for many years, until recent times, it is where the most important and oldest religious festival in the country was held, dedicated to Our Lady of Vitaleta, of which the people of Sanquirico are traditionally very devoted to.
The square, where once stood a medieval tower that was destroyed during the Second World War, is located in the middle of a forest of ancient holm oaks crossed by winding paths. The avenue bordering the town, which flanks the lower garden and the lower part of the forest, leads to another sixteenth-century entrance to a small valuable area, commonly known as the Rose Garden, located in the eastern corner of the walls and consisting of rich rose bushes.
Among the sculptures in the park, that are characterised by symbolic connotations, there are two lion heads placed on the entrance, and the head of a two-faced Janus placed on the border between the wild and the formal garden. The first allude to both the name and the power of the owner, while the head of Janus underlines the diversity of the two places of which it marks the limit.
Some inscriptions placed in the park are of classic taste and celebrate the beauties of otium and country life. Among the annexes there are is a small house leaning against the walls and a rustic building located in the upper half.
The upper half is called the English forest and is characterised by thick holm oaks and the remains of the keeper’s tower that was destroyed during the Second World War. The life of Diomede Leoni was quite a mysterious one, we know that he was born between 1510 and 1520 and died in 1590. He was a great friend of Michelangelo and that the great artist owned the famous “Brutus” that adorns Horti Leonini along with several other sculptures that was then passed to Medici collections.
- Introduzione ai giardini del senese, a cura dell’Archivio Italiano dell’Arte dei Giardini, San Quirico d’Orcia, 1976.
- I giardini del Chianti, a cura di Giuseppina Carla Romby e Renato Stopani, Firenze, 1989.
- Il giardino rivelato, segni e labirinti nei giardini senesi, fotografie di Ilio Scali e Mauro Tozzi, ed. Il Leccio, Siena, 1995. Prefazione L’Archetipo della Natura di Ugo Sani, presidente dell’Archivio Italiano dell’Arte dei Giardini.
- I giardini di Toscana, a cura della Regione Toscana, Edifir, Firenze 2001.
- Patricia McCobb, Un giardino rinascimentale a San Quirico d’Orcia. La storia di Diomede Leoni e dei suoi Horti Leonini, Editrice DonChisciotte, San Quirico d’Orcia, 2010.