IL GIORNALE: Maurizio Cattelan, cento giovani artisti e i Sepolcri. Il tema della morte nell’arte contemporanea in una mostra a San Quirico d’Orcia (SI). L’evento internazionale più acclamato dell’estate 2018, di Carlo Franza
“All’ombra de cipressi e dentro l’urne/confortate di pianto è forse il sonno/della morte men duro?…” .
E’ questo l’incipit “Dei Sepolcri” il carme di Ugo Foscolo scritto nel 1806 e pubblicato dalla tipografia di Niccolò Bettoni di Brescia nel 1807. Partiamo da questi illustrissimi versi per ritrovare oggi un progetto e una mostra attualissima dal titolo “Eternity” messa in piedi da Cattelan e da 100 allievi dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, la quale ha conferito per tale evento il titolo di professore honoris causa con laurea in Scultura all’artista italiano che da tempo è stato capace di rompere ogni schema tradizionale per l’arte contemporanea.
Oltre 100 sono le lapidi, i sepolcri, legate alla ritualità funebre e realizzate dai giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara chiamati da Cattelan a cimentarsi, attraverso una borsa di studio, sul tema della morte. Da Caravaggio a Klimt, da Manzoni a Beuys, da Magritte a Burri e naturalmente la sua lapide, dissacratoria come non mai.
E’ Eternity, la nuova opera di Maurizio Cattelan, un provocatorio cimitero di artisti ad essere la protagonista della 48esima edizione di Forme nel verde, la rassegna di arte contemporanea del Comune di San Quirico d’Orcia dal titolo “Pause, tra caos e armonia” a cura di Gaia Pasi. L’opera, inaugurata nei giardini dell’Accademia delle belle arti di Carrara ad aprile, per la prima volta potrà essere ammirata fuori dal contesto in cui ha preso forma e cioè nello scenario naturale degli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia, giardino all’italiana realizzato nella seconda metà del 1500 da Diomede Leoni, un personaggio molto vicino a Michelangelo Buonarroti. Oltre 100 lapidi legate alla ritualità funebre e realizzate dai giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Carrara chiamati da Cattelan a cimentarsi, attraverso una borsa di studio, sul tema della morte con la specifica di essere riferiti ad artisti del passato o del presente (articoli funerari, accessori cimiteriali, lapidi, targhe da loculo, pietre tombali, necrologi, e così via). Su ogni oggetto, realizzato in marmo oppure in qualsiasi altro materiale, figura il nome dell’artista prescelto e le date di nascita o di morte (per gli artisti viventi, quella presunta, con una bella dose di ironia). Completamente rinnovata nella proposta e negli obiettivi, – grazie alla collaborazione tra il Comune di San Quirico d’Orcia e le Accademie di Belle Arti di Carrara e di Firenze e al supporto della Regione Toscana attraverso il bando ToscanaInContemporanea – la rassegna d’arte più longeva della Toscana, nata nel 1971 da un’idea di Mario Guidotti( grande mio amico e scrittore illustre), si è trasformata in un laboratorio d’idee, una piattaforma d’incontro e di scambio per giovani provenienti da scuole e ambiti di ricerca artistica diversi. Una nuova occasione per lavorare in situ e sensibilizzare il territorio ai nuovi linguaggi dell’arte. Un punto di raccolta ideale di preselezione delle opere per il mercato e quindi di sbocco per gli artisti. Forme nel verde, nell’edizione 2018,presenta le opere di oltre 200 giovani artisti under 35 provenienti dalle due Accademie di Belle Arti toscane. Il percorso, come già detto, si apre negli Horti Leonini con l’opera collettiva Eternity (2018), nata dalla collaborazione tra l’artista Maurizio Cattelan e gli studenti dell’Accademia di Carrara, e si conclude a Palazzo Chigi con una selezione di dipinti realizzati dagli allievi dei corsi di pittura dell’Accademia di Firenze. Tra l’una e l’altra location, opere sonore, installazioni site specific, performance e interventi di street poster art animeranno le strade di San Quirico nel corso della 48 edizione della rassegna. Un vanto per tutte le Accademie di Belle Arti italiane.
Carlo Franza
“All’ombra de cipressi e dentro l’urne/confortate di pianto è forse il sonno/della morte men duro?…” .
“In the shadow of cypresses and inside the urns/comforted of weeping is perhaps the sleep/less hard death?…”
This is the beginning of “Dei Sepolcri”, a song by Ugo Foscolo written in 1806 and published by the printing house of Niccolò Bettoni of Brescia in 1807. Let’s start from these very illustrious verses to find today a project and a very contemporary exhibition titled “Eternity” set up by Cattelan and 100 students of the Academy of Fine Arts in Carrara, which awarded for this event the title of professor honoris causa with a degree in Sculpture to the Italian artist who for some time has been able to break every traditional scheme for contemporary art.
More than 100 gravestones and sepulchres have been created by the young artists of the Academy of Fine Arts of Carrara, who were called by Cattelan to try their hand at the theme of death through a scholarship. From Caravaggio to Klimt, from Manzoni to Beuys, from Magritte to Burri and of course his own tombstone, desecrated as never before.
Eternity, a new work by Maurizio Cattelan, a provocative cemetery of artists, is the protagonist of the 48th edition of Forme
Carlo Franza