ETERNITY’S ACT, una performance chiude “in lacrime” la 48° edizione di Forme nel Verde
Anche quest’anno siamo giunti alla conclusione di Forme del Verde. Per salutarci “a regola d’arte”, abbiamo deciso di proporre un azione che ci è sembrata particolarmente adatta per diversi motivi:Grazie alla presenza dell’installazione Eternity di Maurizio Cattelan, si sono create le condizioni adatte per l’attuazione della performance Eternity’s Act, durante la quale i performer Ian Bertalucci e Giacomo Salerno, simili per atteggiamenti e presenza alle figure glamour delle celebrità americane del primo ‘900, hanno concesso le loro lacrime e il loro tempo alla contemplazione delle lapidi degli artisti defunti condividendo con i presenti il dolore per la loro perdita…e per la chiusura della 48°edizione della nostra rassegna d’arte contemporanea.
“La tomba è un monumento posto al confine tra due mondi”. Jaques-Henri Bernardin De Saint Pierre
…”vi sono perdite che comunicano all’anima una sublimità, nella quale essa si astiene dal lamento, e cammina in silenzio, come sotto alti neri cipressi”. Friedrich Nietzsche
[Once again this year we have come to the conclusion of Forme nel Verde. To greet us “in a workmen like manner”, we decided to propose an action that seemed particularly suitable for several reasons:
Thanks to the presence of Eternity (the installation art piece), the right conditions have been created for the implementation of Eternity’s Act performance, during which the performers, similar in attitudes and presence to the glamorous figures of the American celebrities of the early ‘900, have given their tears and their time to contemplate the tombstones of the deceased artists, sharing with those present the great pain of their loss … and for the closure of the 48th edition of our contemporary art exhibition.
“The tomb is a monument on the border between two worlds.” Jaques-Henri Bernardin De Saint Pierre
“…”there are losses that communicate to the soul a sublimity, in which it refrains from complaining, and walks in silence, like under tall black cypresses”. Friedrich Nietzsche