Sebatiano Pelli: le sculture di Forme nel verde 2019 – Antifragile
Sebastiano Pelli (Colle Val d’Elsa 1988) utilizza gli scarti di lamiera di ferro, saldandoli con chirurgiche suture a vista, per costruire opere oggettuali di dimensione ambientale.
La Vanga di sei metri per due, o il Martello di sei per tre, sono sculture giganti di attrezzi archetipici da lavoro, guerra, preghiera che per loro natura sprigionano un’energia catartica, prestandosi a diversi piani interpretativi.
Pelli non toglie le tracce del lavoro “sporco”: piuttosto, le cuciture tra una lastra e l’altra diventano il punto focale delle sue opere. L’artista ricerca la cerniera perfetta, capace di saldare piccoli pezzi (gli scarti di ferro) per trasformarli in grandi cose, in emblemi universali
La lamiera in ferro per Pelli è un foglio da disegno, il pretesto per dare spazio a un mondo fatto di immagini collettive, icone pop graffiate sul metallo, che spaziano dalla faccia di Salvini al giocattolo dei figli, dal cotton fioc al “kit da saldatore”. L’artista gioca sulla polivalenza dei significati di “oggetto”, di “soggetto” e di “complemento” nell’arte.
L’opera Memory (2019), finalista della sezione Street Art del concorso per under 35 “Artefici Del Nostro Tempo”, lanciato dalla Biennale di Venezia 2019, è un gioco di incastri.
La cucitura è la linea di fuga che separa le venti tessere incise di simboli, ritratti, animali, paesaggi, che raccontano ciascuna una storia propria in cerca del suo finale, nel contesto di un Memory infantile e simbolico che accoppia o distanzia civiltà, attualità, tecnologia, politica, arte.